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Cinema

Non farò mai un film. Non lo so fare. In compenso sono una spettatrice esigente: capisco quando un film è fatto male e quando gli attori sono schiappe, anche se battono i record di biglietteria e vincono l’Oscar. Già da bambina, ogni sabato come d’uso laggiù, frequentavo le matinées per minori nel cinema del quartiere: quattro film di seguito, a episodi, del tipo L’Atlantide di Pabst e Lost Horizons o Shangri-La con Ronald Colman (dovevo essere molto piccola perché qualche compagnuccia perfida mi aveva convinta a inghiottire le noccioline americane con la buccia). Con mia madre andavo qualche volta alla vermouth, soprattutto al Metro, noto cinema del centro. Vedevamo i film nella lingua originale, con i sottotitoli in spagnolo. Ci si faceva l’orecchio alla lingua e si era svelti a leggere. Inoltre, ci si affidava alla pagina di critica cinematografica di giornali come Marcha: io non mancavo mai di informarmi sui film proibiti ai minorenni. Un giorno il cinema Metro proietta un film doppiato: le amate voci dei nostri attori preferiti erano state sostituite da ignote voci con forte accento messicano…! Da non credere. Grandi proteste del pubblico, mia madre mi trascina fuori, va a chiedere alla cassa il rimborso del biglietto. Si scatenerà una campagna di massa, la gente boicotterà il doppiaggio, che sarà tolto a furor di popolo. In Italia, guarda gli scherzi del destino, mi capiterà di lavorare nella traduzione e nel doppiaggio di molti film, di metterci la musica e la voce, di essere chiamata per entrarci, nella parte di me stessa. Sono stata prodiga a elargire dei soggetti: non avrei mai creduto che me li trafugassero.

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> Giovedì 8 maggio 2014 intervento di Meri Lao al dibattito Il cinema svelato
LES JOURS DE FRANCE A ROME
Direzione Culturale Jacqueline Zana-Victor
PARIS-ROME/ROMA-PARIGI: CINEMA IERI E
OGGI | STREET ART CONTEMPORANEA
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