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RECENSIONI AL LIBRO IL VICINO DI SOTTO/ EL VECINO DE ABAJO DI MERI LAO

Recensione al libro Il Vicino di Sotto / El Vecino de Abajo Mario Cambiaghi Tangueros
mailing list Yahoo, 2002 Mi sono letto, in una sola notte, “Il vicino di sotto – El vecino de abajo” (il doppio titolo non è una civetteria, il libro è bilingue, coi doppi testi affrontàti). Straordinario. Una inventiva vulcanica. E una capacità di passare dal “serio” all’ “umoristico” che già era presente in “T come tango”, ma che in questo libro si sviluppa pienamente. Questa “disinvoltura” è la cosa che più mi affascina di Meri Lao, insieme ai suoi “modi lessicali” e alla sua capacità autoironica. Coi temi esistenziali drammatici (“eros e thanatos” in quasi tutte le poesie, ma raccomando “Madre” per la sua toccante amarezza) convivono le storie “allegre”, divertenti, leggère. Anche all’interno dello stesso brano. Segnalo il racconto “Pseudopodi”, di sottile erotismo pur in presenza di crudi flashback e di una ironia impareggiabile. Si vede, eccome, che ha “vissuto” molto, molto, molto… Con una intensità che non ammette banalità o stereotipi. Spesso, poi, trovi un surrealismo che ti fa volare. E qui raccomando “ll mio partner”, una mirabolante invenzione letteraria, che arrivati al sorprendente finale subito vi rimanda a leggere l’inizio, per stropicciarvi meglio gli occhi (ma non mi dilungo, non voglio rovinarvi la sorpresa nel caso non l’abbiate ancora letto).


Recensione di Giovanni Meo Zilio: Meri Lao traduttrice di se stessa

in Rassegna Iberistica, 75/76 anno 2001, Bulzoni editore


Roma, luglio-agosto 2000, Luca Volponi, Memoria a passo di tango, APRILE Un libro di memorie personali, una sorta di diario permanente che rispecchi la passione o l’impegno di vivere in tutta pienezza, può correre il rischio di stornare l’attenzione di un ipotetico lettore e consigliarlo di girare alla larga.  Ma le prose e le poesie, bilingui, con l’utilità di un testo a fronte come dovrebbero essere tutte le edizioni tradotte da un’altra lingua, incantano con tenerezza e sfidano a scoprire il segmento, l’aria o la situazione di vita che le hanno tenute a battesimo, che hanno dato loro luce e colore, quando si è avuta la grazia di un’esistenza ricca di affetti o affezioni.

È il caso di Meri Lao e del suo libricino Il Vicino di sotto / El Vecino de abajo (…) con puntate nel mondo del realismo magico di Gabriel García Márquez che testimoniano di come Cent’anni di solitudine appartenga a una cultura complessiva, a un modo collettivo di sentire e approcciare la vita che rendono quel romanzo davvero l’epica che canta tutto il Sudamerica. Meri Lao si inserisce in questo filone, è cuore forte, cuore che non ha paura dei propri sentimenti.


Presentazione del libro di Meri Lao Il vicino di sotto / El vecino de abajo

Roma, 4 luglio 2000, Istituto Italo-Latinoamericano di Cultura Letture degli attori Anna Bonaiuto e Silvio Orlando, commenti del  prof. Antonio Melis, ispanista dell’Università di Siena, che ha affermato:  “È il libro latinoamericano più divertente che ho letto negli ultimi trent’anni”


Recensione di Antonio Melis al libro Il vicino di sotto/El vecino de abajo in Il Manifesto-Alias

11 marzo 2000 BERSAGLI GLI ITALO-SPAGNOLI – I DUE CUORI STRALUNATI DI MERI LAO Chi conosce più lingue possiede più cuori, è stato detto, e viene naturale pensarlo di fronte agli scritti bilingui di Meri Lao (Il vicino di sotto. El vecino de abajo, Il Mondo 3 edizioni, pp 169, L.22.000). Molti conoscono i libri che l’autrice ha dedicato al tango, così come le analisi divertenti e puntuali consacrate agli esempi più famosi di quel genere musicale sul settimanale satirico dallo stesso titolo, diretto da Sergio Staino. Qualcuno ricorderà anche il lavoro fondamentale compiuto dalla musicologa per far conoscere in Italia la musica latinoamericana, in particolare con la raccolta sulla canzone di protesta Basta! pubblicata anche in Francia da Maspero, e poi con i libri antologici sui trovatori dell’America Latina e sulla canzone cilena. I più fortunati avranno anche letto il suo libro sulle sirene, che segue le vicende letterarie e iconografiche di queste creature mitiche, spaziando da Omero alla sirena dei pompieri. In tutti questi lavori era evidente la presenza di una forte vocazione alla scrittura. Ora Meri Lao ha deciso di dar libera espressione a questo estro, senza metterlo al servizio di un tema saggistico. È nato così questo libro singolare, che viola sfrontatamente qualunque distinzione di generi letterari. Accanto alle poesie troviamo ricordi autobiografici, racconti, rifacimenti letterari. Ma si tratta pur sempre di classificazioni approssimative, data la scoppiettante varietà di registri linguistici. La doppia redazione in spagnolo e italiano permette all’autrice giochi e invenzioni verbali, con una contaminazione reciproca tra le due lingue. Da questo punto di vista l’opera dischiude tutta una prospettiva, che sarebbe interessante esplorare, sulla presenza della cultura latinoamericana nel nostro paese, fatta di innesti e suggestioni. Il tratto dominante è quello dell’umorismo, che a volte si dispiega in tutta la sua pienezza e in altri casi viene a smorzare, pudicamente, la commozione. Compaiono le grandi passioni dell’autrice, in particolare la musica. Il tema erotico occupa uno spazio molto importante, e il maschio ne esce con le ossa rotte. Non c’è però traccia di risentimento, piuttosto uno stupore amareggiato di fronte alla meschinità, che trova la sua catarsi nel senso profondo del ridicolo. L’ironia dolcemente corrosiva cresce a un ritmo vertiginoso; si mette al servizio dell’invenzione stralunata, che scopre nuove parti del corpo non catalogate dai manuali tradizionali di anatomia, come La Mudra, al centro di una serie di variazioni nel solco di Julio Cortázar.  Il gioco linguistico è il terreno più congeniale per gli esercizi trasgressivi di Meri Lao. Con Errata porridge entriamo nel mondo di una certa editoria, dominato dall’equivoco, dalla falsa cultura spinta fino ai limiti del grottesco. L’ultimo brano, Il mio partner, è la degna conclusione di un autentico crescendo. Non rivelerò la sorpresa finale sulla personalità del protagonista, preparata con sapienza da autentica narratrice.


Motivazione del Premio Letterario Nazionale “Luigi Antonelli- Castilenti” VIII edizione, al racconto “Il mio partner” Walter Mauro, presidente della giuria tecnica

ottobre 1995 Il racconto di Meri Lao “Il mio partner” è un viaggio sul filo dell’ironia nell’universo del fantastico e dell’immaginario, che disvela una figura di scrittrice atipica nel paesaggio della letteratura contemporanea, oltre che una natura proiettata verso avventure dell’intelligenza, che vanno ben oltre il prevedibile cui invece siamo abituati. Il procedere della narrazione è molto abile e scaltrito, poiché ogni contingenza del referto obbedisce a una logica fuorviante, che sembra condurre il lettore verso approdi della conoscenza e della ricognizione mentale di normale e immediata realtà, fino a quello scatto finale della sorpresa, in cui ogni tassello del mosaico sembra tornare al suo posto, ma soltanto dopo che l’altrove e l’oltre di pirandelliana memoria, finisce per fornire l’imprevedibile di un dettato logico: un delizioso confronto con il lettore, realizzato con una scrittura determinata e al contempo leggera, proprio perché sorretta dall’insostenibile leggerezza dell’ironia o, se si vuole, ancora meglio, dell’autoironia.