I Miei Tanghi
I MIEI TANGHI
Meri Lao | voce e pianoforte
CD in occasione del Premio Tenco 2001
Musicista, musicologa, scrittrice, ricercatrice, ha approfondito e divulgato in particolare temi legati alla didattica musicale e al ruolo della donna nella canzone, ma soprattutto, da vera sirena, ha attirato al pubblico italiano ed europeo nei segreti della grande canzone latinoamericana, diventandone studiosa tra i massimi del mondo.
Motivazione del Premio Tenco 2001 per l'operatore culturale
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1. Quartiere tango/Barrio de tango (H.Manzi - A.Troilo - adatt. M.Lao) 2'38"
2. Volver (A.Le Pera - C.Gardel) 4'25"
3. Via!/Fuimos (H.Manzi - J.Dames - adatt. M.Lao) 3'19"
4. Siamo pari/Mano a mano (C.Flores - C.Gardel - J.Razzano - adatt. M.Lao) 3'17"
5. Tango della favola crudele (M.Lao) 2'29"
6. Nunca tuvo novio (E.Cadícamo - A.Bardi) 3'30"
7. Una donna senza uomo (M.Lao) - nel film di F. Fellini "La Città delle donne" 2'39"
8. Finestre aperte - Janelas Abertas n° 2 (C.Veloso - adatt. M.Lao) 2'28"
9. Tango Erotico (M.Lao) 2'14"
10. Malena (H.Manzi - L.Demare) 4'43"
11. Ranatango (M.Lao) 2'48"
12. Caminito (J.D.Filiberto - Coria Peñaloza) 2'59"
13. La Violeta (C.Castillo - N.Olivari) 3'57"
14. Tangata barocca (M.Lao) - unica realizzazione col sintetizzatore - 3'06"
1-3-8 Warner & Chappell Music
2-4-6-10-12-13 Sadaic
11 Ed.Frorias
5-7-9-14 Proprietà dell'autrice SIAE
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Meri Lao è più nota in Italia per i suoi libri che per la sua attività di pianista classica (allieva di Walter Gieseking, Eliane Richepin ed Ersilia Tipo), iniziata giovanissima e conclusa in leggerezza, dopo vari abbandoni e ripensamenti, con questo personalissimo programma da cantautrice. Sono tanghi propri, originali rioplatensi e adattamenti, arrangiati in modo inusitato. Vi si scorgono ritmi del candombe uruguayano (Quartiere tango), motteggi ispirati al tango congo caraibico (Una donna senza uomo), arie nostalgiche del nordest brasiliano (Caminito), echi di canti dei nostri emigranti (La Violeta), e citazioni testuali di Scriabin (Volver, Ravel (Via), Mussorgski (Finestre aperte), Rachmaninov (Malena), nonché un Bach frammisto alla Cumparsita (Tangata barocca). Il suo ultimo saggio, T come tango, contiene una antologia di 135 tanghi originali con relativa traduzione.
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I MIEI TANGHI
Ogni tanto qualcuno ci vuol far odiare il tango: come la canzone napoletana, vittima innocente di facili parodie o enfatici sentimentalismi. Meri ci fa un regalo. Come nel suo delizioso libro Il vicino di sotto / El vecino de abajo, sa unire la prosa con la poesia, l'ironia col pudore, la leggerezza, e il distacco della vita. Tutto senza farci dimenticare quella sana, epica malinconia che ancora ci fa voler bene al tango. Grazie, Meri.
Anna Bonaiuto, attrice
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Cara Meri, ho ascoltato la tua cassetta attentamente: deve essere stato proprio un buon concerto quello di La Spezia, si sente passare una corrente di musicalità e di gradimento... e poi tu sei bravissima. A me piacciono in particolare i pezzi di stampo piú antico, dove si avvertono anche sapori di ragtime, e sempre Volver, che è grandioso e impagabile. Anche la "contaminazione" di Malena con Rachmaninov, considerata in un ambiente "cabaret" acquista una dimensione singolare, e restituisce un sapore di grandi spazi e di gusto.
Paolo Conte, cantautore
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Meri Lao è un duende, un folletto che attraversa come un vento liberatorio i linguaggi e li sovverte dall'interno. È una sirena che con un colpo di coda abbatte le barriere tra i generi musicali codificati dagli amanti dell'ordine, con una vitalità inesauribile e contagiosa. Insomma, per usare la terminologia di Julio Cortázar, è soprattutto un "enormissimo cronopio". Sospetto fortemente che sia proprio la Maga del Gioco del mondo, che, dopo essere scomparsa nei paraggi di Lucca, si aggira tra di noi per prepararci nuovi agguati e nuove sorprese.
Antonio Melis, ispanista
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La cosa più stupefacente in Meri Lao è la sua voce da fanciulla. La freschezza e il colore del suo timbro mi hanno subito ammaliata. Il suo modo di saltellare sui tasti mi rallegra e mi fa gioire. La tastiera del pianoforte sotto le sue mani si piega come un giunco. I suoi testi sono quadri simbolisti e spessissimo surrealisti. Meri è geniale, ed io l'amo moltissimo. Che grande Artista.
Milva, cantante
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I miei tanghi sono anche i miei tanghi. Non si entra nel mondo estremo ed estremista del tango se non si entra nel sogno (o nell'incubo) di se stessi. La disperazione e anche, più raramente, la gioia del proprio vivere, e del proprio morire (non della propria morte, ma appunto del morire), si fanno puro canto, pura danza, pura esplosione sonora. Ma puri solo nel senso di assoluti. Perché poi, anzi, come il sogno di qualsiasi vita, anche il tango è sporco, inquinato, e si sprigiona da tutti gli inferni possibili sognati come paradisi. Di quest'assolutezza Meri Lao è interprete inimitabile, appassionata, giustamente eccessiva, o dovrei invece dire piuttosto che è l'insostituibile e perfetta medium?
Dino Villatico, musicologo
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Ecco la prima questione: Questo CD non consente disattenzione o superficialità. Niente "easy listening". Va ascoltato attentamente, come si dovesse farne l'esegesi critica accademica. È una condizione irrinunciabile. Difficilmente vi capiterà di ballarli o ve ne verrà voglia (non credo sia neanche stata l'intenzione della autrice). A me ha colpito innanzi tutto la raffinata "strategia comunicativa" nell'oggetto. Che è di contenuti musicali, ma anche di visione del mondo, di sensibilità. Già a livello di "programma iconografico". Come se Meri Lao volesse tessere un filo preciso che, come quello di Arianna, ci permettesse di superare gli snodi e di raggiungere i luoghi sperati o richiesti. O comunque da lei offerti. Dicevamo della "iconografia". Lo vedi. Già dalla immagine di copertina. Una sua foto "seppiata" del ' 62, a Santiago del Cile. Questo suo bel volto, che finge di guardare verso l'obiettivo, ma in realtà è perso nell'infinito. Con una espressione malinconica, trasognata, ma anche disillusa, realista nei riguardi del "suo" cambalache personale. "Espressione tanguera d'altri tempi", direbbe qualche originale. E poi il solito kulo del solito fotografo fortunato, che non solo si becca come "primo sfondo" un muro scrostato dalle macchie umide, ma anche una "media luz" di lampadina che illumina gradualmente il suo volto e la scena (avete presente La Notte del Correggio?). Sul "secondo sfondo" una piccola (Meri, ci siamo capiti...) figura maschile che guarda con curiosità estranea, e che dà al tutto un'atmosfera magrittiana. E se poi non si presta la dovuta attenzione ci si può perdere l'epigrafe "interna": una frase da Caminito, esattamente: Caminito cubierto de cardos, la mano del tiempo tu huella borró... Quando togli il CD per metterlo nello stereo, se non ti sei perso la concentrazione già dalla prima foto, puoi riuscire a captarne un'altra. Una foto sfuocata di cardi selvatici brunastri su un fondo grigiazzurro. Ma adesso parliamo della musica. Suonata da una ottima pianista (è "passata" da esimi maestri). Sono 14 brani. 5 col suo copyright, gli altri sono rielaborazioni di "classici" del tango. In queste ultime colpisce la esplicita "contaminazione" con altri spartiti della musica colta. Tra l'altro con una predilezione per i musicisti dell'impressionismo (si va dal "proto-antesignano" Mussorsgkij al "tardo epigono ancoraquasiromantico" Rachmaninov, passando per i "pieni" Ravel e Scriabin), il che non deve essere casuale. In Janelas abertas cita perfettamente accordi dei Quadri per una esposizione del Modest, mi pare dal primo pezzo Gnomo. Ma la cosa strabiliante è il "duetto" fra pezzi del Concerto N° 2 per Pianoforte e Orchestra del Sergej, e Malena. Passa dall'uno all'altro con una "disinvoltura" che ti fa quasi credere che per lei siano la stessa cosa (credo sia l'unico genio ad averne intravisto le affinità melodiche... e lo dimostra sul campo). Ravel e Scriabin sono invece in Fuimos e Volver. Rielaborazioni dagli originali (ma senza incursioni) sono invece Barrio de Tango, Mano a mano , Nunca tuvo novio, Caminito e La Violeta. La sua produzione "interamente originaria" offre un Tango della favola crudele, Una donna senza uomo (nella colonna sonora del felliniano La Città delle donne), Ranatango, un Tango erotico e una Tangata barocca in cui l'omaggio alla Toccata e Fuga in Re minore di Bach è perentoriamente imposto dal famoso incipit, tutta la partitura è strutturata sui contrappunti e gli stilemi tipici del'inizio del ''700, ma la melodia è quella della Cumparsita (sic!).
Mario Cambiaghi (Tangueros, mailing list Yahoo, 2002)
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Caminito cubierto de cardos, la mano del tiempo tu huella borró…
(Sentiero coperto di cardi, la mano del tempo ha cancellato il tuo segno…)
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